Ovvero come imparare a fare bene da chi è meno bravo.
Nelle mie giornate capita a volte di confrontarmi con l’esempio di personaggi autorevoli e il mio desiderio in fondo è quello di riuscire ad essere sempre un po’ più bravo, come consulente, imparando da chi ne sa di più.
Ricerco quindi le loro fonti di ispirazione, mi segno i ragionamenti e i modi di fare che posso in un certo senso fare miei.
Poi durante le feste leggo De Bono:
È più facile scoprire quel che manca a uno sciocco che individuare quel quid per cui la persona intelligente emerge sulle altre.
Se si riuscissero a identificare quali sono gli ostacoli che impediscono la concezione delle nuove idee, diverrebbe possibile migliorare la capacità umana di produrne.
In effetti se ripenso a tutte le volte in cui ho cercato di ricalcare l’esempio di altri, mi accorgo di essermi proibito della possibilità di tracciare un mio percorso: unico, singolare e distintivo.
Per comprendere l’intelligenza, è forse più utile studiare la stupidità.
Edward De Bono
Quando utilizzare le Worst Practices.
Quindi provo a ribaltare la mia logica: se guardo qualsiasi cosa cercando di capire come mai non funziona a dovere, posso allenarmi a trovare soluzioni differenti da quelle attuali.
Riportando questa idea nella sfera professionale, sembra sia allora inutile studiare le soluzioni proposte dalle migliori aziende perchè, se mi ispiro a loro non potrò fare altro che ricalcare proposte già viste, ma cosa ancor più grave non porterò nessun contributo nuovo alla mia attività.
Al contrario se guardo i competitor minori con lo scopo di capire come migliorare i loro prodotti o servizi, forse troverò alcune idee che potranno anche adattarsi alla mia azienda.
Insomma l’obiettivo finale è sempre lo stesso: crescere e migliorare.
Sarà forse più facile esprimere una proposta di valore davvero distintiva, se provo a farla crescere su un terreno almeno in parte inesplorato.
Ho trovato un esempio di questo pensiero anche sul blog “il mestiere di scrivere” di Luisa Carrada: Worst Practice.
Mi è sembrato un esempio calzante e molto realistico. Siccome risale ormai a parecchi anni fa e non è per niente autoreferenziale, lo condivido volentieri.
Quando utilizzare le Best Practices.
Beh diciamo che non c’è un momento in cui non serve seguirle. Le best practices di solito sono azioni già testate e collaudate. Funzionano. Seguirle dovrebbe essere la base per iniziare bene. Possiamo non seguirle quando abbiamo l’intuizione di aver trovato qualcosa che possa averle superate e quindi siamo noi ad iniziare a sperimentare.
Se dovessi suggerire quando iniziare ad usare le Best Practices direi da subito.
Prima di iniziare a fare qualsiasi cosa, cerca se c’è già un modo codificato di farla come si deve.